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COMUNICAZIONE – Il Presidente Massetti sugli effetti dei dazi USA: “Lombardia la regione più penalizzata”

Gli effetti dei dazi USA sui prodotti europei andrebbero a penalizzare l'Italia come primo Paese e la Lombardia otterrebbe la temuta maglia nera di questo infausto podio.

A livello territoriale, infatti, le regioni più esposte per la maggiore quota delle esportazioni negli USA sono la Lombardia con 13.510 milioni di euro (20,5% del totale nazionale), Emilia-Romagna con 10.754 milioni (16,3%), Toscana con 10.251 milioni (15,6%), Veneto con 7.174 milioni (10,9%), Piemonte con 5.189 milioni (7,9%) e Lazio con 3.344 milioni (5,1%).

Per quanto riguarda le provincie al primo posto per esportazioni negli Stati Uniti nel 2024 si colloca Milano con 6,1 miliardi di euro.


Il nostro Presidente Massetti è intervenuto sul tema

  • con un'intervista per il gruppo QN - Il Giorno


  • e con un affondo su la Repubblica


A livello nazionale, gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato italiano, dopo la Germania, per il maggior valore del nostro export 66,4 miliardi, pari al 10,7% del totale – e hanno visto un boom delle nostre vendite (+ 58,6%, pari a 24,9 miliardi di euro) tra il 2018-2023.

Nel 2024 il Made in Italy ha conquistato il mercato statunitense soprattutto con i prodotti farmaceutici (+19,5%), alimentari, bevande e tabacco (+18%), apparecchi elettrici (+12,1%), macchinari (+3,7%), gomma, plastiche, ceramica e vetro (+3,2%), legno, stampa e carta (+2,4%).

Ora l’imposizione di dazi addizionali, nelle ipotesi del 10% o del 20%, farebbe calare le nostre esportazioni verso gli Stati Uniti, rispettivamente, del 4,3% o addirittura del 16,8%.

A risentirne sarebbero, in particolare, i settori con la maggiore presenza di micro e piccole imprese nella moda, mobili, legno, metalli, gioielleria e occhialeria che nel 2024 hanno esportato negli Usa prodotti per 17,9 miliardi di euro, con una crescita delle vendite del 3,9% tra gennaio e settembre dello scorso anno. In particolare, aumenti consistenti dell’export si sono registrati per i prodotti alimentari (+24,1%), del legno (+6,4%), dei mobili (+4,2%) e  dell’abbigliamento (+3,5%).

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