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CONGIUNTURA - L’andamento economico di industria e artigianato in Lombardia 2° trimestre 2021



Sono stati presentati ieri a Palazzo Lombardia i dati dell’indagine congiunturale realizzata da Unioncamere Lombardia relativi al secondo trimestre 2021 che hanno coinvolto un campione di 1.200 aziende manifatturiere artigiane.

Dati che mettono in evidenza importanti miglioramenti congiunturali dei principali indicatori, con dinamiche positive di ordini (+1,7% interno, +0,7% estero), tasso di utilizzo degli impianti (che passa da 64,4% al I trim. 2021 a 67,7% al II trim. 2021), periodo di produzione assicurata (che passa da 39,4% a 43,4%) e fatturato (che passa da -0,5% a +1,0%), che rafforzano i risultati del trimestre scorso.

Per le imprese artigiane la variazione congiunturale del fatturato totale diventa positiva (+1,0%): trend che contribuisce a colmare in parte, ma non del tutto, il gap rispetto ai valori pre pandemia.

Il buon andamento dell’economia alza la quota di imprese artigiane che vede migliorare la dinamica dei ricavi (registrando incrementi superiori al 5%), che si attesta al 66,4%, sopra alla quota del 47% rilevata al I trimestre 2021.

L’unico indicatore negativo resta la produzione con una leggera contrazione congiunturale che, pur migliorando la variazione del primo trimestre, si attesta al di sotto dello zero (-0,5% vs -1,2% al I trimestre 2021).

Sebbene al II trimestre 2021 si rilevi un accentuato recupero di tutti i principali indicatori dello stato di salute delle imprese, con il dimezzamento del divario ancora presente rispetto ai livelli pre covid di produzione, ordini interni e fatturato, non va nascosta la maggior fatica che le nostre imprese artigiane impiegano nell’agganciare a pieno la ripresa e a colmare del tutto il gap cumulato rispetto ai livelli 2019; evidenza che si rileva anche in settori in cui nel periodo pre-covid si osservavano performance migliori dell’artigianato rispetto all'industria, come nel legno e mobili. Tale fatica si riscontra in tutti i settori esclusa la siderurgia che presenta una performance fortemente positiva rispetto ai valori medi del 2019, con un incremento notevole (+16,6%), insieme alla meccanica che manifesta numeri positivi, ma di poco sopra il livello produttivo del 2019 (+0,6%). Gli altri settori, invece, sono tutti ben lontani dall’aver colmato il gap e dal pieno recupero dei livelli pre-covid.

Complessivamente al secondo trimestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020 tutti i settori artigiani ‘corrono’ sul percorso di ripresa: presentano, infatti, variazioni tendenziali positive.

‘I dati ci danno segnali di fiducia che ci auguriamo possano consolidarsi nel prossimo trimestre. Consideriamo le  vaccinazioni la  priorità  per evitare il rischio di ulteriori restrizioni e chiusure delle attività economiche, che ostacolerebbero il percorso di recupero intrapreso, seppur a passo meno spedito, anche dall’artigianato. Siamo impegnati fin dall’inizio della pandemia a rispettare con rigore i protocolli igienico-sanitari e le indicazioni del Governo per evitare la diffusione del virus, perché abbiamo a cuore la salute nostra, quella dei nostri dipendenti e di tutta la comunità” - ha sottolineato il Presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti.


I dati congiunturali per l’artigianato contribuiscono al clima positivo degli imprenditori e al quadro delle aspettative per il comparto.

Gli ordinativi registrano su base tendenziale una spinta verso l’altro che contribuisce alla crescita delle attese sulla domanda interna (+6%) e su quella estera (+3,2).

Il tasso di utilizzo degli impianti, crescendo e recuperando il gap causato dalla crisi covid, ha effetti positivi sull’occupazione: nel secondo trimestre il saldo tra ingressi e uscite rimane positivo, anche se su valori particolarmente contenuti (0,1%). Sul fronte occupazionale le previsioni sono prevalentemente stabili rispetto al trimestre precedente (85%), tuttavia cresce il numero di imprese che attende un aumento (8%) a discapito di chi, invece, conserva una visione negativa (7%).

Stando agli ultimi dati dei bollettini mensili Unioncamere – ANPAL in Lombardia oltre la metà delle entrate previste nell’estate ’21 (luglio-settembre) avverrà in MPI: numero di entrate superiori del +11,5% rispetto a quelle preventivate dalle micro piccole realtà nello stesso periodo 2019. Performance migliore rispetto a quella complessiva (+6,9%).

Restano però, oltre alla minaccia del virus, altre nubi all’orizzonte che possono compromettere l’attuale sprint della ripresa. Tra le principali preoccupazioni segnalate dalle imprese: l’incessante rialzo dei prezzi delle materie prime che non mostra ancora segnali di attenuazione e che riduce in modo massiccio le dinamiche delle scorte di materie prime e di prodotti finiti. In Lombardia, secondo nostre perimetrazioni, sono 20 mila imprese artigiane manifatturiere nei settori maggiormente sotto stress.

Facendo infine riferimento ai dati riportati nel Focus Credito, si evince come la crisi sanitaria e le sue conseguenze abbiano insieme determinato un diffuso fabbisogno di liquidità da parte delle nostre imprese. I dati danno conferma dell'ampio ricorso al credito bancario da parte delle imprese artigiane che, spinte dalle misure di supporto introdotte dal Governo, ne fanno richiesta per far fronte per lo più ad esigenze di liquidità e cassa. I dati Banca d'Italia elaborati dal nostro Osservatorio ne danno dimostrazione, evidenziando che a marzo 2021 continua la crescita dei  prestiti alle piccole imprese lombarde (+8,2%), iniziata a giugno 2020: aumento sostenuto dalle garanzie dello Stato e conseguenza della  drammatica crisi di liquidità determinata da mancanza di ricavi per le imprese durante la pandemia.

‘Il tema credito resta una priorità. Se ragioniamo proiettando lo sguardo al futuro, diventa necessario non sottovalutare il fatto che l’attuale dinamica di crescita dei prestiti bancari, che si sostituiscono ai normali introiti d’impresa a causa della contrazione della domanda, comporterà una riduzione del valore aggiunto e un aumento degli oneri finanziari con inevitabili conseguenze sui bilanci delle imprese. Alla luce di questa tendenza, risulterà particolarmente critica la situazione delle imprese più piccole, artigiane manifatturiere comprese, per le quali all’aumento della domanda corrisponde l'aumento del costo del credito (6,50 vs 3,67 medio-grandi imprese)’ - afferma Massetti.




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