CONGIUNTURA – Massetti: "Il manifatturiero artigiano fa molta fatica, ma resta la voglia di reagire"
“I numeri di questa edizione della congiuntura lombarda, che fotografano la situazione delle imprese nel trimestre conclusivo del 2020, ci raccontano di un tessuto manifatturiero artigiano che certamente fa fatica, ferito dai lunghi mesi della pandemia, ma che conserva grande voglia di reagire. Il tutto all’interno di un contesto che si sta trasformando a grande velocità a causa della pandemia: cambiano le abitudini di consumo, i valori più ricercati in prodotti e servizi, le modalità di interazione e i canali di vendita. La bella notizia è che le nostre imprese pare stiano affrontando questi cambiamenti con la flessibilità che le caratterizza: non solo sono molto consapevoli delle mutate condizioni, ma hanno anche attivato a loro volta cambiamenti reattivi in modo rapido per continuare ad essere competitive. Un aspetto che abbiamo rilevato in modo chiaro in un recente sondaggio dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia, secondo cui ben 8 imprese su 10 intendono affrontare i prossimi mesi introducendo cambiamenti tra i quali spiccano l’attivazione di nuovi canali di vendita (per il 46,5%) e la produzione di nuovi beni o l’offerta di nuovi servizi non connessi all’emergenza (per il 41%)”.
Così Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Lombardia, ha presentato oggi i dati dell’indagine congiunturale realizzata da Unioncamere Lombardia relativa al quarto trimestre 2020 nell’ambito del progetto Focus Imprese, che ha riguardato un campione di più di 1.100 aziende manifatturiere artigiane.
In un anno in cui la perdita media del manifatturiero artigiano si attesta al -11,9%, il quarto trimestre 2020 registra un lieve incremento congiunturale della produzione: +0,2% la variazione congiunturale destagionalizzata, a fronte però di una variazione tendenziale del -4,9%.
L’indice della produzione si ferma a quota 93,8 (dato destagionalizzato, base anno 2010=100), ancora lontano dal livello di riferimento dell’anno base.
Il quadro settoriale dell’artigianato mostra in significativo recupero dei livelli produttivi solo la Gomma-plastica (+4,0% tendenziale) e la Siderurgia (+1,1%). Flessioni limitate si registrano per Minerali non metalliferi (-1,6%) e Legno-mobilio (-2,1%), mentre diminuzioni tendenziali comprese tra il -3% e il -8% caratterizzano l’Alimentare(-3,8%), la Carta-stampa (-4,0%), la Meccanica (-4,3%) e il Tessile (-7,6%). Ancora gravi le perdite per Pelli-calzature (-18,7%), Abbigliamento (-13,4%) e le Manifatturiere varie (-13,9%).
Complessivamente il 2020 chiude in negativo per tutti i settori artigiani con perdite produttive che sfiorano il 30% per Pelli-calzature (variazione media annua) e si fermano al -7,2% per gli Alimentari e al -6,7% per la Gomma-plastica.
Il dato medio generale del trimestre nasconde andamenti disomogenei non solo a livello settoriale ma anche tra le stesse imprese: con una quota di aziende che segnano una forte contrazione produttiva, pari al 46%, e quelle che indicano incrementi di produzione superiori al 5% pari al 31%.
Il fatturato segna una perdita del -4,5% tendenziale e una perdita annua complessiva del -11,6%.
Gli ordinativi registrano su base tendenziale una maggior sofferenza per il mercato interno (-6,8%) e un risultato positivo per l’estero (+3,3%). Anche i dati medi annui sono distanti: -12,9% la domanda interna e -5,7% quella estera. La quota del fatturato estero per le aziende manifatturiere artigiane si attesta al 7,3%.
Le aspettative degli imprenditori artigiani sono in miglioramento, ad eccezione della domanda interna, che registra un leggero peggioramento, ma mantengono comunque saldi in negativo per tutte le variabili (domanda interna, estera e produzione).
L’occupazione ha un saldo negativo, ma in crescita (-0,3%), con tassi d’ingresso all’1,7% e uscita al 2,3%.
Diminuisce il ricorso alla CIG con il 25% delle aziende che dichiara di aver utilizzato la cassa integrazione; la quota sul monte ore cala al 3,2%.
Anche le aspettative sull’occupazione migliorano, ma il saldo resta negativo; chi non si aspetta variazioni di rilievo è pari all’85%.
L’Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia Guido Guidesi ha sottolineato, in occasione della presentazione dei dati, che “l'impegno principale di Regione Lombardia è accompagnare gli imprenditori a raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati attraverso strumenti importanti che vanno dal welfare aziendale, al credito, all'internazionalizzazione, alla formazione, i giovani e alle start up. Servono strumenti che aiutino le filiere; bandi sul credito più semplici rilanciando anche il lavoro dei Confidi sul territorio e una formazione professionale che prepari per le professionalità che servono realmente perche’ questo aiuta ad avere occupazione. E’ evidente che tutto questo è strettamente legato alla capacità che avremo di vaccinare la popolazione, la Regione anche su questo importante aspetto è pronta con il piano che abbiamo predisposto, confidiamo nell’attivo del più alto numero di dosi vaccinali”.
“Per fare ripartire l’Italia e la Lombardia, che ne è la locomotiva, serve investire sugli artigiani e sulle piccole imprese, che rappresentano il 94% del sistema produttivo e sono anche un importante fattore di coesione sociale. – ha concluso Massetti - Le priorità sulle quali agire fin da subito sono le riforme del fisco e della Pubblica Amministrazione, insieme ad un piano di investimenti infrastrutturali. Facciamo appello al nostro Assessore allo Sviluppo Economico Guidesi, perché nelle ricadute sul territorio lombardo dei fondi del Recovery Plan si tenga conto delle esigenze di un tessuto imprenditoriale dove forte è la presenza delle piccole imprese. Guardando al futuro, abbiamo sicuramente di fronte a noi una grande opportunità, rappresentata dalle risorse della nuova Programmazione europea 2021/27. È fondamentale operare insieme, come già abbiamo iniziato a fare, affinché le misure abbiano una reale ricaduta sul territorio e siano accessibili anche alle piccole imprese, riuscendo quindi ad essere strumenti utili per affiancare le nostre imprese nella difficile fase di recupero che le aspetta. Perché le imprese possano ripartire, e ripartire presto, non basta la loro voglia di reagire; servono anche strumenti a loro misura, che possano supportarle nell’affrontare le sfide di domani”.