CATEGORIE - Il Consiglio congiunto della Meccanica e della Carpenteria
- lombardiaconfartig
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Nel corso del Consiglio congiunto Meccanica e Carpenteria di Confartigianato Lombardia, riunito alla presenza dei Presidenti lombardi delle due categorie, è emersa con chiarezza l’immagine di un settore che sta attraversando una fase di trasformazione profonda. Un confronto serrato, ricco di dati e testimonianze dal territorio, che ha messo a fuoco un quadro complesso: la congiuntura mostra alcuni segnali di miglioramento, ma la ripresa resta fragile, spezzata da instabilità internazionali, margini erosi e un mercato del lavoro che cambia più velocemente di quanto scuola e imprese riescano a tenere il passo.
La fotografia attuale delle imprese metalmeccaniche lombarde è quella di aziende che continuano a lavorare, che hanno ordini e clienti, ma che fanno sempre più fatica a trattenere valore. Mentre i volumi, dopo il –4% dello scorso anno, si sono assestati tra il –1 e il –2%, ciò che oggi preoccupa davvero gli imprenditori non è il fatturato, bensì il crollo dei margini. Il costo dell’energia, ancora lontano dai livelli dei competitor europei, resta un macigno che limita investimenti e crescita. A questo si somma il destino degli incentivi straordinari, dal Superbonus alle misure per l’automazione 4.0 e 5.0 (nel corso dello scorso anno, infatti, si era creata un po' di confusione in merito a tali bonus a causa degli interventi di riduzione/eliminazione da parte del Governo; a oggi, sembra però che, in sede di Legge Finanziaria 2026, le misure verranno rifinanziate con forme e modalità diverse e in fase di discussione in Parlamento).
Ma è soprattutto il mercato del lavoro il vero punto di rottura. Da tutte le province arriva la stessa testimonianza: la manodopera non c’è. E non parliamo solo di profili specializzati, come saldatori, tornitori o operatori CNC: mancano anche operai generici, figure junior, giovani disposti a iniziare un percorso. Il divario tra formazione scolastica e esigenze produttive è ampio: le imprese lavorano con macchinari e software che, in molti casi, le scuole non hanno. Le tecnologie entrano nei laboratori formativi con anni di ritardo, mentre le imprese hanno bisogno di competenze digitali, sensibilità tecnica e flessibilità immediata. Nel frattempo, i giovani continuano a muoversi rapidamente, con una propensione al job hopping che rende complesso costruire percorsi di fidelizzazione. E tutto questo nonostante tre aziende metalmeccaniche su quattro paghino già il 28% in più rispetto ai minimi contrattuali: la retribuzione, oggi, non è più l’unico fattore di scelta.
Il recente rinnovo del contratto di secondo livello tenta di rispondere a questo scenario. Dopo 14 anni di stallo, l’accordo siglato a luglio ha introdotto elementi di modernità: welfare aziendale che consente alle imprese di erogare importi netti senza appesantire il costo del lavoro; un aumento economico sostenibile e spalmato nel tempo; più flessibilità nella gestione degli orari; un nuovo sistema sperimentale per la malattia che tenta di disincentivare le assenze strategiche; un preavviso più lungo per dare stabilità ai rapporti di lavoro. Una mediazione difficile tra richieste sindacali e necessità di sostenibilità per le aziende, che arriva in un momento in cui il potere d’acquisto dei lavoratori, tra il 2021 e il 2024, ha perso oltre il 20%.
Accanto ai temi economici, il Consiglio ha affrontato anche le nuove sfide normative. Il Regolamento europeo sui prodotti da costruzione, con l’entrata in vigore delle prime disposizioni dal 2025 e un’applicazione diluita fino al 2028, richiederà alle carpenterie un importante lavoro di adeguamento, soprattutto in materia di marcatura CE e sostenibilità. La visita al Competence Center MADE ha dimostrato quanto le tecnologie della manifattura avanzata siano già oggi alla portata delle PMI: robotica collaborativa, realtà aumentata, stampa 3D metallica, sistemi digitali per la tracciabilità. Strumenti che, se accompagnati da competenze adeguate, possono diventare un vantaggio competitivo reale anche per le imprese artigiane.
L’appuntamento con la prossima edizione di MECSPE, dove nascerà il “Villaggio Confartigianato”, rappresenterà un’ulteriore occasione di visibilità e confronto: un’opportunità per mostrare al pubblico nazionale non solo le difficoltà del settore, ma soprattutto la capacità delle imprese lombarde di innovare, adattarsi e continuare a fare impresa anche in un contesto che cambia in modo così rapido e profondo.
Il Consiglio Congiunto si è chiuso con una consapevolezza comune: la filiera metalmeccanica e della carpenteria lombarda non è in crisi strutturale, ma è in piena trasformazione. Servono competenze nuove, alleanze più strette con la formazione, normative più chiare e un sostegno reale alla competitività energetica e tecnologica.



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