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CONGIUNTURA III TRIMESTRE 2023 - Resiste l’artigianato manifatturiero lombardo


I dati del III trimestre 2023 evidenziano per l’artigianato manifatturiero lombardo una situazione di sostanziale stallo (+0,2% dato congiunturale della produzione e +0,5% il dato tendenziale). Ciò non stupisce visto il periodo caratterizzato dal ritorno dell’incertezza a causa del susseguirsi a ritmo violento e senza sosta delle turbolenze economiche, non ultima la guerra in Medio Oriente. Tra queste, quella più invasiva e d’impatto sulla platea di imprese manifatturiere lombarde - artigiane comprese - è il rallentamento del mercato tedesco, le cui previsioni di crescita sono state ulteriormente riviste al ribasso (secondo i dati IMF la Germania dovrebbe chiudere il 2023 con un PIL in decrescita dello 0,5%).


Il caso Germania - La frenata dell’economia tedesca sta riducendo la domanda di prodotti importati, tra cui quelli lombardi. Ciò rappresenta un alert per la nostra regione e le sue imprese poiché la Germania è il primo mercato di sbocco del made in Lombardia. L’ammontare delle esportazioni negli ultimi 12 mesi (III trimestre 2022 - II trimestre 2023) è di 20,4 miliardi di euro, valore assoluto più elevato rilevato tra le regioni italiane.

L’ammontare dell’export lombardo verso la Germania nei primi sei mesi dell’anno segna un calo del 4,8%, nonostante l’aumento dei prezzi alle esportazioni spinto dal caro commodity e dalla crisi energetica. Stesso trend si osserva anche per 5 province, quella di Mantova (-20,9%), di Monza e della Brianza (-16,4%), di Cremona (-11,8%), di Brescia (-10,1%) e di Varese (-3,7%), territori da cui originano il 47,4% dei prodotti venduti sul mercato tedesco. Tale risultato trova spiegazione nel fatto che i prodotti della metallurgia, che rappresentano i beni maggiormente richiesti dal mercato tedesco, al I semestre dell’anno in corso registrano una riduzione a doppia cifra (-21,9%). Decrementi più elevati delle vendite dei prodotti in metallo, tra le principali province, li rileviamo per Cremona (-28,6%), Brescia (-28,1%) e Mantova (-20,4%).


Va, però, detto che - rispetto a quanto si osserva per l’industria (-0,7% a livello congiunturale e -1,5% a livello tendenziale) -, sia a livello congiunturale che tendenziale, l’artigianato resiste performando meglio (+0,2% livello congiunturale e +0,5% a livello tendenziale), mostrando dinamiche per produzione, ordini e fatturato migliori, non negative, ma stazionarie.


Questa traiettoria di discesa, seppur lieve, è dovuta in particolar modo dal calo degli ordini interni, dato che riflette il ristringimento della capacità di spesa delle famiglie lombarde. Riduzione che, anche in tal caso, risulta più contenuta per la manifattura artigiana (-1,3% artigianato contro il -3,5% industria). La stabilità è ciò che caratterizza il trimestre, grazie anche a una maggior cautela e flessibilità degli imprenditori artigiani che, già durante il trimestre precedente, iniziavano a mettere le mani avanti rallentando il passo.


Tra i settori che soffrono meno abbiamo i minerali non metalliferi (con produzione in salita del +5,6%), settore correlato alle costruzioni e l’alimentare (+4,5%). Mentre a risentire maggiormente del clima di instabilità odierno sono in modo più marcato il tessile (-2,4%) e in particolare la siderurgia (-3,8%), quest’ultima in difficoltà a causa dell’indebolimento del mercato tedesco.


A conferma che stanno tutti in equilibrio con fatica l’impoverimento del portafoglio ordini, cioè dei giorni di produzione assicurata (dalle 58,1 giornate assicurate di produzione rilevate a inizio anno - I trimestre 2023 - arriviamo a 53,6 al III trimestre dell’anno in corso). Ma anche la contrazione della quota di artigiani che segnalano un'espansione della propria attività (quota che passa dal 45% di inizio anno al 36%). Pure sul versante occupazione il cielo non è terso con un saldo dato dalla differenza tra ingressi e uscite prossimo a zero dando prova, ancora una volta, dell’importante ruolo sociale del tessuto di imprese che popolano la nostra regione.


I dati sulle aspettative non sorprendono con saldi negativi per tutte le 4 variabili - produzione, occupazione, fatturato e ordini – seppur meno negativi rispetto al trimestre precedente. Va inoltre evidenziata la quota elevata di imprese che prevedono per il prossimo trimestre una tenuta dell’occupazioni (80%).


Pertanto, in una economia caratterizzata dalla riduzione della popolazione attiva, sarebbe decisivo puntare sull’incremento di produttività, reso possibile dagli investimenti in macchinari e dalla spesa in ricerca e sviluppo. Con la stretta monetaria in corso, però, è salito il costo del denaro e scesa la domanda di credito, mettendo a rischio gli investimenti indispensabili alle imprese per gestire i processi delle tre grandi transizioni: demografica, digitale e green. Guardando ai dati, i prestiti per le MPI lombarde, infatti, scendono del -7,3% (contro il -2,3% del totale delle imprese); sulle piccole imprese pesa il maggiore costo su base annua sul credito erogato: 1.792 milioni di euro a causa del caro-tassi.



Commenta il Presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti:

“Il quadro dell’artigianato e della piccola impresa è descritto da numeri in sostanziale tenuta, in uno scenario a tinte molto più cupe. Tuttavia, non ne siamo rincuorati perché ciò che sta patendo l’industria arriverà a caduta anche sulle nostre realtà: i segnali non sono affatto positivi, la domanda interna è in contrazione e il nostro primo mercato di riferimento per l’export sta subendo una frenata importante. In particolare, un indizio potente d’allarme è la diminuzione della fetta di imprese che crescono. Il caro-tassi e il crollo degli investimenti costituiscono un tassello importante e complementare del quadro perché l’innovazione e la transizione digitale & verde necessitano di adeguati investimenti.

Bene, dunque, sul piano regionale, la strategia orientata alle filiere; si lavori come sistema, consolidando i rapporti tra mondo produttivo, della ricerca e gli istituti formativi. Abbiamo bisogno di un orientamento e di norme stabili, abbiamo bisogno di chi dia fiducia alle nostre idee, di chi sostenga i nostri progetti, il nostro lavoro: in questo senso, il credito e i finanziamenti sono il nostro ossigeno.

Guardando al livello nazionale, sottolineo quanto sia nodale e improcrastinabile fare il possibile per agire sul taglio del cuneo fiscale, perché i lavoratori sono autentico patrimonio di competenze del nostro Made in Italy”.




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