RISCHIO NO-DEAL - I rischi per l’export manifatturiero lombardo a seguito delle incertezze sulla Br

Dopo le recenti prese di posizione di imprenditori e artigiani a favore del mercato unico e della libera circolazione delle merci, la Brexit e la decisione del Parlamento britannico di respingere l’accordo di recesso negoziato con l’Unione europea allarmano anche le piccole imprese.
L’Osservatorio di Confartigianato Lombardia evidenzia come l’export manifatturiero “Made in Lombardia” diretto nel Regno Unito negli ultimi 12 mesi (dal II° sem. 2017 al I° sem 2018) di 5,18 miliardi (1.623 milioni dei quali direttamente dai settori a maggiore concentrazione di PMI) possa essere a rischio. E a rischiare di pagare le maggiori conseguenze sono proprio i settori ad alta prevalenza di Pmi dell’export manifatturiero verso il Regno Unito, in particolare: alimentari, chimici, metallurgia e poi macchinari, automezzi e tessile.
“Condividiamo una forte preoccupazione per una Brexit “no-deal” - senza patti, che avrebbe ripercussioni importanti sul nostro export. – commenta il presidente di Confartigianato Lombardia Eugenio Massetti – Dai dati emerge un’inevitabile flessione a seguito del referendum sulla Brexit dello scorso anno, con un netto calo dell’export manifatturiero “Made in Lombardia” verso il Regno Unito, ritornato ai 100 punti base del I° sem 2016, quando tutto il resto dell’export nel verso il mondo, nello stesso periodo, risulta in continua crescita. Una Brexit non ordinata potrebbe determinare un periodo di caos alle dogane, deprimendo inevitabilmente i flussi di import ed export. Tensioni, ma soprattutto questa incertezza non fanno bene all’Europa, ma soprattutto all’economia anche di casa nostra”, conclude.