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CREDITO – Con crisi di liquidità il 40,5% delle imprese lombarde ricorre a nuovo credito bancario. F

 

Il crollo dei ricavi a seguito dell’interruzione dell’attività produttiva durante l’emergenza sanitaria ha generato un fabbisogno di liquidità eccezionale e il 75,9% delle imprese lombarde ha fatto ricorso ad uno o più strumenti per contrastare la crisi di liquidità.

Gli strumenti per fronteggiare la crisi di liquidità utilizzati dalle imprese lombarde – L’accensione di nuovo credito bancario, anche tramite le misure di sostegno come le garanzie pubbliche previste dal Decreto ‘Liquidità’, è lo strumento maggiormente utilizzato, indicato dal 40,5% delle imprese lombarde con 3 addetti e più.



I dati pubblicati dal Fondo di garanzia mostrano che al 6 luglio le domande arrivate e relative alle misure introdotte con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ in Lombardia sono 142.545, di cui l’85,8% per operazioni fino a 30 mila euro. Gli importi finanziati ammontano complessivamente a 11.251 milioni di euro.

Gli importi medi dei finanziamenti del Fondo di garanzia sono pari a 78.929 euro per il totale, a 20.528 euro per operazioni fino a 30 mila euro e a 431.222 euro per operazioni superiori a 30 mila euro. Il rapporto tra finanziamenti e valore aggiunto – che fornisce una misura del peso degli interventi in rapporto alla dimensione dell’economia del territorio - è più elevato a Lecco (5,4%), Bergamo (4,4%), Brescia (4,2%) e Como (4,0%).



L’analisi dei dati sui prestiti alle imprese in Lombardia per dimensione d’impresa evidenzia un miglioramento generalizzato, con un persistente ritardo per le imprese di minor dimensione: a marzo 2020 i prestiti alle piccole imprese restano in territorio negativo, registrando un calo dell’1,9%, che pur migliorando il -2,6% di dicembre 2019, sono in controtendenza rispetto all’aumento dell’1,1% dei prestiti al totale delle imprese, trend che inverte il segno rispetto -2,6% di tre mesi prima.

Per fronteggiare le più critiche condizioni dei prestiti delle MPI, il Decreto Rilancio introduce una novità, fortemente sollecitata da Confartigianato, offrendo maggiore spazio operativo ai Confidi vigilati da Banca d’Italia per concedere finanziamenti diretti alle imprese. Il Regolatore riconosce quindi al sistema dei Confidi la capacità di presidio del territorio aumentando dal precedente 20% al 49% dell’attività finanziaria, la riserva di attività destinabile al credito diretto. Questa previsione potrebbe liberare diversi miliardi di nuovo credito a particolare beneficio delle PMI tradizionalmente maggiormente assistite dai Confidi.






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