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DONNE IMPRESA - Elena Ghezzi “È necessario un cambio culturale e parlare di condivisione"


 

In base alle ultime rilevazioni dell’ISTAT la situazione lavorativa delle donne ha subito con la pandemia un peggioramento: dei 444mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020, il 70% è costituito proprio da donne.


Un deterioramento che deriva da alcune situazioni quali la precarietà del lavoro, la crescita del part time involontario e altri fenomeni che durante la pandemia Covid si sono acuiti.

E su queste situazioni e sugli strumenti e le politiche a favore delle donne, della famiglia e della conciliazione vita-lavoro, si è concentrato il seminario “Donne e lavoro tra pandemia e ripresa: quale sviluppo per l’occupazione femminile in Lombardia” organizzato dal Consiglio Pari Opportunità del Consiglio Regionale della Lombardia e a cui è intervenuta la Presidente Donne Impresa Confartigianato Lombardia, Elena Ghezzi.


Il seminario odierno è il primo di un ciclo ideato dal Consiglio Pari Opportunità per acquisire nuove conoscenze sia sulla normativa sia sulle buone pratiche di conciliazione vita-lavoro per le donne. Professori ed esperti ci condurranno in un percorso tra l’attualità e gli scenari futuri che mira alla costruzione di misure che tengano sempre più in considerazione la parità in tutte le politiche regionali. Questo nella convinzione che non sia solamente una questione di rivendicazione di diritti della donna, ma soprattutto di visione strategica del Paese affinché metta in campo tutte le sue risorse” ha dichiarato Letizia Caccavale, Presidente del Consiglio Pari Opportunità, all’apertura dei lavori.


A portare il punto di vista delle imprese, la Presidente Donne Impresa Confartigianato Lombardia, Elena Ghezzi che nel suo intervento ha dichiarato: “La riflessione su questi temi deve inevitabilmente tener conto di un prima e di un dopo, dove in mezzo c’è la pandemia, che ha accentuato le fragilità, incrementando ulteriormente alcune difficoltà delle donne lavoratrici, sia dipendenti che autonome, proprio nel momento in cui sono emerse ancora più forti le necessità di cura. Affrontare questi temi utilizzando lo stesso linguaggio e lo stesso approccio di sempre non aiuta a risolverli. A questo proposito persiste un problema culturale: non si tratta di dover dare supporto alle donne, ma bensì partire dal presupposto che è necessario sgomberare il campo da un equivoco riduttivo, ovvero che la conciliazione riguardi solo le donne e le mamme. La conciliazione tra tempi lavorativi e familiari riguarda donne e uomini, giovani e meno giovani, a qualunque livello professionale. Per questo è importante cominciare a ragionare in una logica di condivisione. E con la stessa logica è importante agire insieme, pubblico e privato, per mettere in campo azioni concrete che permettano di sostenere la persona nel lungo periodo e non soltanto di risolvere il problema contingente.”


Tra gli intervenuti anche la Consigliera di Parità di Regione Lombardia, Carolina Pellegrini: “Credo che il lavoro da fare sia ancora molto, in primis dal punto di vista culturale: bisogna capire che questi sono temi che non devono interessare solo le donne, ma la comunità tutta. Questi drammatici mesi di pandemia, sono stati come una lenta d’ingrandimento che hanno messo in luce problemi che già c’erano e sui quali non è mai stata data l’attenzione dovuta. È arrivato il momento di cominciare ad occuparsene seriamente, ma non con la ghettizzazione dei ruoli femminili all’interno delle istituzioni ma con il contributo di tutti”


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