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SALONE DEL MOBILE - Molto bene l'export del Legno Arredo, dagli Stati Uniti all'Europa alla Cina


Siamo ormai agli sgoccioli, la Design Week è alle porte e l’universo di MPI e artigiani del settore legno arredo in Lombardia è in gran fermento. Non tutte le micro e piccole imprese saranno interessati come espositori nel Salone del Mobile ma, stando all’ultima survey promossa dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia, circa la metà del totale delle piccole aziende del Legno Arredo (il 49% per la precisione) affermano di cogliere, dallo svolgimento dell’evento, benefici, diretti e/o indiretti, a favore del proprio business.


Il settore legno-arredo in Lombardia conta 8mila imprese attive; un comparto che si contraddistingue per elevata vocazione artigiana che ne rappresenta il 74% delle imprese. Nel 2022 si coglie l'ottima capacità di recupero post-pandemia del settore mobili; la Lombardia spicca per elevata specializzazione nel settore mobile di alcuni suoi territori, Monza e Como in testa. Difatti, l'export generato dalle 5 province lombarde vocate al mobile Monza-Brianza, Como, Milano, Brescia e Bergamo le porta a posizionarsi seste nella classifica ibrida europea per ammontare dell'export e quarte, sempre nella stessa classifica, per dinamismo delle vendite estere nel 2021- 2022 (+18,6%), superiore al +11,8% del resto d’Italia.


“Nella nostra regione il valore delle vendite di prodotti in legno insieme a quello dei mobili segna un +18,8% nel 2022 rispetto all'anno precedente – spiega Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Lombardia La bellezza e la qualità che sappiamo produrre sono d’indefesso appeal, il Made in Italy è una parola chiave nel panorama del design mondiale, tanto che i mercati esteri verso cui vengono indirizzati per la maggiore i nostri mobili e complementi sono Stati Uniti, Francia, Germania, Svizzera e Cina. Sottolineo che si collocano in Lombardia 5 province che rappresentano dei veri e propri cluster per il comparto, con conoscenze e competenze che rappresentano un patrimonio unico”.


Queste imprese, attente alle trasformazioni di oggi e di domani, sono sempre più proiettare verso digitale e green. La quota di quelle che hanno fatto almeno un investimento in ambito tecnologico e digitale si attesta al 72,5%, superiore al 69,9% rilevato per il totale Italia. Mentre il 24,8% delle imprese del legno-arredo hanno investito in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e a minor impatto ambientale, quota superiore di 2,5 punti rispetto a quella rilevata per il totale imprese (22,3%).


“Il comparto si rivela estremamente attento e sensibile all’evoluzione tecnologica, tanto che il settore è tra i primi sul virtuoso podio dei fruitori di bandi e agevolazioni per il rinnovo del parco macchinari; ciò, evidentemente, implica anche un aggiornamento e un innalzamento del livello delle competenze delle persone che governano i macchinari stessi – puntualizza il Segretario generale di Confartigianato Lombardia, Carlo PiccinatoÈ un processo complesso, con un occhio all’innovazione tecnologica e un altro al green, per un minor impatto ambientale e, contestualmente, un maggior risparmio energetico durante l’iter produttivo”.


Sempre secondo quanto rilevato per mezzo del sondaggio web di Confartigianato Lombardia, il fatturato, nel 2022, per le micro-piccole realtà del settore segna un +5,7%. La quota di quelle che hanno raggiunto e superato il fatturato pre-pandemia si attesta invece al 68%. Rispetto al prossimo futuro si rileva un saldo negativo (-10,7 p.p.) determinato da più pareri negativi che positivi rispetto all'andamento dell'attività nella prima metà dell'anno in corso. Tra le difficoltà maggiormente subite vengono indicati i costi di materie prime ed energia che comportano criticità come la riduzione dei margini e il ritardo nelle consegne.


Altra difficoltà maggiormente indicata riguarda la mancanza di manodopera. Questa evidenza la cogliamo anche attraverso i dati Excelsior-Unioncamere che danno evidenza che a fronte di domanda di lavoro dinamica (+19%), nel 2022 rispetto al 2021, la quota di imprese del legno-arredo che riscontrano difficoltà a reperire i profili professionali ricercati si attesta al 52,5%, alzandosi al 54,1% per le MPI del settore. Tra le figure più ricercate e più difficili da trovare: tappezzieri e materassai (91,2% delle entrate difficili da trovare), meccanici e montatori di macchinari industriali e assimilati (80%) e installatori di infissi e serramenti (75%).