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CONGIUNTURA IV TRIMESTRE: crescita rallentata per l’artigianato lombardo

 

“Il manifatturiero artigiano lombardo vive un periodo di crescita rallentata, e lo fa in un contesto nazionale ancor più critico. Riesce a restare in terreno positivo grazie ad alcune peculiarità quali la stretta connessione con altre economie, in primis quella tedesca. Ma il momento resta non semplice: non possiamo lasciare sole le nostre imprese in questa fase” – afferma Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Lombardia, a commento dei dati della congiuntura lombarda presentati oggi.


Nel quarto trimestre 2018 la produzione delle aziende artigiane resta infatti in terreno positivo a livello congiunturale (+0,3% destagionalizzato), ma si registra una decelerazione del dato tendenziale rispetto ai trimestri di inizio anno (dal +2,3% e +2,7% al +1,4%). Di simile intensità anche la decelerazione della media annua che passa dal +2,6% del 2017 al +1,9%. L’indice della produzione è a quota 98,6 (dato destagionalizzato, base anno 2010=100), ancora sotto quota 100.


Da un punto di vista settoriale continua il momento difficile per il comparto moda, in particolare per le pelli-calzature (-4,2%). Più contenuta la contrazione dell’abbigliamento (-0,4%) e del tessile (-0,1%). Chiudono il 2018 in negativo anche i settori della carta-stampa (-0,9%) e della gomma-plastica (-1,9%). Trainano il comparto, invece, i settori della meccanica (+3,8%), della siderurgia (+3,0%) e delle manifatturiere varie (+2.1%), che conseguono risultati superiori alla media regionale. Significativamente positivi anche i minerali non metalliferi e il legno-mobilio (+1,7%). Solo di poco oltre lo zero gli alimentari (+0,3%).


È meno della metà la quota di aziende in crescita (44%), con quelle in contrazione salite dal 30% al 33% negli ultimi due trimestri.


Il fatturato a prezzi correnti sperimenta un rallentamento marcato, con la variazione media annua al +1,7% contro il +3,0% dello scorso anno, e una crescita tendenziale nel quarto trimestre dell’1%.


Gli ordinativi delle imprese artigiane fanno registrate tassi di crescita in progressiva decelerazione fino a solo il +0,5% nel quarto trimestre, sia per gli ordini interni che per gli ordini esteri. Queste dinamiche portano la crescita media annua degli ordini interni all’1,0% (contro il +2,1% del 2017) e quella degli ordini esteri al +1,6% (contro il +3,0% del 2017).


Il saldo occupazionale è è negativo (-0,4%), a causa di una accelerazione del tasso d’uscita al 2,6% e un tasso d’ingresso pressoché stabile (2,2%). Considerando la variazione congiunturale al netto degli effetti stagionali, il risultato rimarca la stabilità dei livelli con una variazione nulla. In leggera ripresa il ricorso alla CIG, con una quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione al 2,0% e la quota sul monte ore dello 0,4%.


Le aspettative sono negative e in peggioramento: -8,1% il saldo per la produzione, -14,7% per la domanda interna e -2,6% per domanda estera e occupazione.


Unioncamere ha realizzato per questo trimestre un Focus sugli investimenti, per monitorare l’andamento dell’accumulazione di capitale per le imprese manifatturiere della nostra regione. I risultati dell’indagine mostrano che negli ultimi anni la quota di imprese che hanno fatto investimenti è cresciuta dal 24% del 2013 a circa il 30% del 2018, pur con una riduzione nell’ultimo anno. Tra i comparti che investono maggiormente figurano la siderurgia, le manifatture varie e la gomma-plastica.


La maggior parte delle risorse delle imprese manifatturiere lombarde sono state investite in macchinari e impianti legati anche alle tematiche di industria 4.0 (73% per l’artigianato), destinati quindi a una innovazione tecnologica, mentre sono largamente minoritari quelli immateriali finalizzati a consulenze R&S, formazione, brevetti, software, destinati a un’innovazione organizzativa.


Da sottolineare anche il minor utilizzo fatto dagli artigiani degli strumenti agevolativi a disposizione (45%): “Gioca molto a questo proposito la dimensione aziendale, ma a nostro giudizio, pesa anche la struttura dei bandi e delle misure, spesso pensati e costruiti per una tipologia di impresa di maggiori dimensioni rispetto a quelle artigiane – sottolinea Eugenio MassettiSiamo convinti che le piccole imprese lombarde, che restano un attore chiave del nostro tessuto economico, possano essere supportate nella competitività anche attraverso alcune leve chiave. Tra queste la semplificazione burocratica, il completamento del percorso di regionalismo differenziato, il supporto all’innovazione e al trasferimento tecnologico attraverso programmi strategici dedicati come quello recentemente approvato da Regione Lombardia, la riduzione del pesante gap infrastrutturale che pesa sulla nostra regione e, infine, l’evitare un ulteriore aggravio della tassazione locale, per cui ci appelliamo ai Sindaci. Sempre ai Comuni lombardi chiediamo di dare piena e ampia attuazione alla possibilità che è loro data di gestire a kilometro 0, fino a una soglia di 150.000 euro, la realizzazione di piccole opere, motore della economia locale. Una possibilità che aprirebbe opportunità proprio per le imprese più piccole che operano sul territorio”.

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