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CORONAVIRUS - La seconda ondata di Covid-19 rischia di dimezzare la ripresa delle imprese lombarde


 

“I numeri confermano quanto i nostri imprenditori ci ripetono da giorni: non possiamo permetterci un secondo lockdown. Questa seconda ondata e le necessarie restrizioni avranno un impatto già molto duro sull’economia lombarda, che diventerebbe tragico di fronte a una chiusura generalizzata come quella della scorsa primavera. Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Lombardia lo ha sostenuto di fronte agli altri attori economici ed istituzionali lombardi nel corso degli ultimi Stati Generali del Patto per lo Sviluppo di Regione Lombardia, e lo ribadisce commentando i dati appena elaborati dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia.

L’Osservatorio ha infatti stimato, alla luce della nuova ondata di Covid-19 in corso, quale potrebbe essere l’impatto economico sulle imprese lombarde, che si concretizzerebbe in una minore crescita tra 2020 e 2021 di 19,9 miliardi di euro, ovvero 1.977 euro per abitante.

Se da un lato infatti il sistema delle imprese sta mostrando di reagire alla crisi da Covid-19 - ad agosto 2020 gli indici della produzione manifatturiera e delle vendite al dettaglio, al netto della stagionalità, recuperano i livelli pre Covid-19 di febbraio 2020, così come si consolida anche l’indice di fiducia delle imprese, che a settembre si riavvicina ai livelli pre-crisi di febbraio – dall’altro il peggioramento della situazione sanitaria aumenta l’incertezza, compromettendo la ripresa registrata finora.

Sulla base della valutazione dei rischi sulla crescita contenuta nella Nota di aggiornamento del DEF 2020 pubblicata il 5 ottobre scorso, sono ipotizzati due scenari avversi, consistenti in i) una recrudescenza dei contagi da Covid-19 tra ottobre di quest’anno e gennaio 2021 che, pur non determinando un lockdown integrale, porterebbe a restrizioni parziali della mobilità e delle attività economiche e ii) una caduta della domanda mondiale più pronunciata a seguito di una evoluzione sfavorevole dell’epidemia a livello internazionale. A questo proposito va notato che nei 19 maggiori paesi con maggiori contagi in rapporto alla popolazione – con valori superiore a 200 contagi ogni 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni - si concentra il 35% dell’export della Lombardia.

In Italia gli effetti cumulati nei due scenari avversi porterebbero a maggiori perdite di PIL di 1,5 punti, pari a 23,8 miliardi di euro nel 2020 e di ulteriori 3,3 punti, pari a 61,6 miliardi di euro nel 2021, più che dimezzando il recupero previsto del 6%. Il recupero dei livelli pre Covid-19 si allontanerebbe di un anno, arrivando al 2023, e per allora il PIL sarà ancora inferiore del 2,5% rispetto al livello del 2007, prima della Grande Crisi.

Parametrando alla quota del PIL e delle esportazioni regionali gli effetti cumulati su base nazionale dei due scenari avversi di recrudescenza autunnale del Covid-19, per la Lombardia si registrerebbe una perdita di PIL di 5,4 miliardi di euro nel 2020 e di ulteriori 14,5 miliardi nel 2021. Nei due anni in esame si cumula una minore crescita per 19,9 miliardi di euro, pari ad una 1.977 euro per abitante. Sulla base dei rispettivi pesi del valore aggiunto e delle esportazioni si calcolano le stime provinciali.

“Ora l’unico modo per sostenere il coraggio delle imprese è una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti; ognuno faccia la sua parte, istituzioni, imprese e cittadini.  Solo con il gioco di squadra e un impegno consapevole potremo riuscire a salvaguardare insieme salute ed economia, arginando il più possibile le conseguenze della pandemia di Covid-19. La Lombardia deve tornare ad essere il motore del Paese”, commenta Eugenio Massetti.


Sulla base dei rispettivi pesi del valore aggiunto e delle esportazioni è stata calcolata anche la stima provinciale.


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