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OSSERVATORIO - Costruzioni, settore driver della ripresa e della transizione green degli edifici


I dati permettono di affermare la rilevanza decisiva delle costruzioni nella ripresa post pandemia: tra il 2019 e il 2022 ben 2,1 punti di crescita del PIL arrivano dai maggiori investimenti in costruzioni in Italia rispetto al resto dell’Eurozona; a livello regionale si osserva che tra il 2019 e il 2021 il valore aggiunto delle Costruzioni, in Lombardia, cresce del 14,1%, mentre l’economia regionale rimane al di sotto dei valori pre crisi del -1,3%. Inoltre, tra il terzo trimestre 2019 e il terzo trimestre 2022 il settore in esame sul nostro territorio ha fatto registrare un aumento di 59mila occupati.


Con la spinta dell’edilizia, PIL Italia meglio rispetto maggiori economie Ue - Grazie alla spinta dei bonus edilizia, secondo le ultime previsioni della Commissione europea, nel 2023 il PIL dell'Italia sarà dell'1,7% superiore a quello del 2019, una performance identica a quella della Francia, e superiore allo 0,8% della Germania e allo 0,1% della Spagna.


Maggiore dinamismo dell’occupazione – In Lombardia la crescita dell’occupazione nell'edilizia e installazione nel terzo trimestre 2022 registra una crescita degli occupati del 24,9% rispetto al corrispondente periodo pre-pandemia, dinamica più vivace rispetto a quella rilevata a livello nazionale (+17,1%).


77 posti di lavoro su 100 creati nelle MPI – L’analisi dei dati Unioncamere-Anpal, sistema Exclesior, sulle entrate di lavoratori evidenzia inoltre che nel 2022 la domanda di lavoro nelle costruzioni, pari a 91.490 entrate, per il 77,6% pari a 70.970 unità, è generata dalle micro e piccole imprese.


Nell’edilizia maggiore dinamismo della produttività - In parallelo alla crescita dell’occupazione, il settore delle costruzioni, che in Lombardia come nel resto del Paese è dominato dalla micro e piccola impresa in cui lavora l’81,9% degli addetti, ha registrato a livello nazionale un aumento della produttività del 5,8%, ritmo doppio del +2,6% del totale economia. Inoltre, nell’arco di cinque anni (2016-2021) il valore aggiunto reale per ora lavorata è salito del 10,6% nelle costruzioni, settore che risulta il più performante con una dinamica più che doppia rispetto al +4,4% della media dell'economia.


Edilizia e installazione di impianti, settori chiave per la transizione green – La risoluzione del grave problema dei crediti incagliati e il disegno di un sistema sostenibile e strutturale degli incentivi sono interventi necessari per conseguire gli ambiziosi obiettivi di risparmio ed efficientamento energetico degli edifici: la proposta di direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia prevede che nel 2033 il consumo degli edifici residenziali si attesti almeno alla classe D di prestazione energetica, mentre a fine 2022 l’analisi degli attestati di prestazione energetica evidenzia che nella nostra regione il 70,6% delle abitazioni residenziali è addensato nelle classi E, F e G (< al 75,8% nazionale), richiedendo, quindi, un intervento nell'arco dei prossimi dieci anni. Il sistema degli incentivi va reso semplice per evitare la ragnatela burocratica di 1 modifica normativa ogni 16 giorni che ha avvolto il sistema delle detrazioni in edilizia negli ultimi due anni e mezzo.


Italia 2° paese Ue per peso del gas nei consumi energetici degli edifici - La crisi energetica esplosa dopo l'invasione dell'Ucraina impone un risparmio di energia, in particolare del gas naturale, da cui l’economia italiana ha una grande dipendenza dalle forniture estere. Nel 2022 le importazioni di gas sono salite alla cifra record di 63,6 miliardi di euro, quasi il triplo (2,8 volte) dei 22,8 miliardi registrati nel 2021. Su questo fronte va segnalato che il 48,0% del gas consumato è utilizzato dalle famiglie negli edifici residenziali e che l'Italia, dopo i Paesi Bassi, è il secondo paese dell'Unione europea a 27 per dipendenza dal gas nel consumo di energia dagli edifici residenziali, registrando una quota del 52,6% sul totale delle commodities, a fronte del 33,5% della media Ue, il 42,8% della Germania e il 28,0% della Francia.






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